Fonti storiche riportano la presenza a Canaro di un Oratorio dedicato a Santa Sofia sin dal XIII secolo, periodo in cui il culto della santa si era diffuso nella zona. L'edificazione dell'attuale chiesa viene fatta risalire al 1440, ma sicuramente l'origine era precedente. La chiesa ha subito numerose trasformazioni, assumendo l'attuale assetto nel corso del '700 grazie anche all'intervento di alcune famiglie patrizie locali.
L'imponente facciata orientata ad ovest presenta due nicchie contenenti le statue di Sant'Antonio e San Lorenzo che guardano in direzioni opposte a ricordare, come vuole la tradizione popolare, l'antica divisione dell'insediamento tra territorio veneto e ferrarese.
All'interno si trovano cinque altari decorati con pregiati marmi policromi, di cui l'ultimo laterale di sinistra a partire dall'ingresso, contiene la maestosa statua della madonna del Rosario, opera che richiama i lavori dello scultore carrarese Pietro baratta (1668-1729), artista attivo nell'area polesana alle dipendenze della Serenissima.
Di un certo rilievo anche il paliotto d'altare, pregevole bassorilievo in marmo della Scuola del Canova, rappresentante l'ultima Cena: destinato ad una chiesa veneziana giunse a Santa Sofia per l'insorgenza di una venatura scura sul marmo bianco.
Le tavolette della Via Crucis lungo le pareti, realizzate nella prima metà del XVIII secolo, sono opera di Giovanni Francesco Braccioli (1697-162) pittore di scuola ferrarese. Più recenti sono le vetrate, realizzate nel 1984 che, con un effetto cromatico suggestivo, rappresentano nella purezza di linee e simboli, i sacramenti.