Seguendo la strada arginale si entra nel territorio del Comune di Canaro la cui prima borgata, Paviole, è segnata dalla presenza di una pregiata costruzione posta sulla sinistra delle strada, sotto l'argine del fiume: Villa Martelli- Piccioli ora Bergamini. Sul lato destro del percorso si aprono panoramici scorsi sul fiume attraverso le fronde della vegetazione golenale con essenze tipiche della flora spontanea planiziale-fluviale.
Predominante è la presenza dei salici bianchi (Salix alba) che formano densi cordoni litoranei in prossimità dell'acqua. Frequenti sono anche i pioppi neri (Populus nigra), a gruppi o in esemplari isolati, maestosi nel portamento e con chioma globosa, ampia ed aerea; le robinie (Robinia pseudoacacia) dalla fioritura abbondante e profumata in primavera; i pioppi bianchi (Populus alba) con gli eleganti e slanciati tronchi argentei.
Superata sulla sinistra la borgata di Vallone si giunge in località Ca' Matte con ampio spazio golenale affacciato sul fiume, ideale per una sosta. Successivamente si incontra sulla sinistra il piccolo borgo di Garofolo, frazione di Canaro, con le case, caratteristiche degli insediamenti locali, allineate lungo la rampa di accesso all'argine. poco più avanti sorge la Campagnola, tipica corte agricola della zona, immersa nei campi coltivati e circondata dalle balze degli argini nel punto in cui il Po forma un'ampia curva prima di raggiungere Polesella. in località Campagnazza sorge Villa Breda risalente al XVIII secolo con la facciata tipicamente rivolta a sud, perpendicolare al corso del fiume.
Documenti storici attestano la presenza della villa fin dai primi decenni dell'800 ma, per le caratteristiche architettoniche che presenta, è databile al XVIII secolo. la prima prima proprietaria documentata è la famiglia Martelli, antica casata fiorentina che, a seguito della decadenza del potere mediceo, aveva trovato protezione presso la corte estense acquistando terre nella Transpadana Ferrarese a Paviole e a Canaro.
L'edificio, di pregevole valore architettonico, si compone di un corpo, principale, destinato all'abitazione padronale, e di barchesse allineate lungo la direttrice est-ovest. Alla corte, recintata da un basso muro in laterizio, si accede tramite un ingresso segnato da pilastri decorati a bugnato. Il fronte principale, sviluppato su tre piani, presenta due ordini di trifore: quello del piano nobile è dotato di balcone con aggetto in pietra e parapetto in ferro battuto, quello al terzo piano, invece, è provvisto di balconcini con poggioli e sormontato da un tetto a padiglione con timpano.
In una mappa del 1644 compare la tenuta con il nome di "Froldo del Saracino" ma l'edificio principale risalirebbe al XVIII secolo. Attualmente il complesso architettonico è composto da tre volumi con aia antistante: il copro centrale, concluso da un insolito frontone curvilineo, fa fatto pensare da sempre ad un edificio religioso; i due edifici addossato ai lati formano due ali asimmetriche che rivelano destinazioni d'uso differenti fin dall'origine.